
(Wine Expert, Wine tour, Addetto stampa, Assaggiatrice oli, sommelier)
Dialogamente | Intervista Titti dell'Erba
Benvenuti su questa nuova puntata di Dialogalmente, lo spazio in cui esploriamo storie, visioni e competenze che arricchiscono il mondo del digitale, della comunicazione e della crescita personale e professionale. Oggi ho il piacere di ospitare la nostra 32ª protagonista, una professionista che unisce sensibilità, esperienza e grande capacità di lettura delle persone e dei contesti: Titti Dell’Erba. Titti porta con sé un approccio autentico e profondamente umano, capace di trasformare la relazione con il proprio lavoro e con gli altri in un percorso di consapevolezza continua. Con lei parleremo di evoluzione professionale, di ascolto, di identità e di quella capacità – sempre più necessaria – di integrare competenze tecniche e visione interiore.
Un dialogo ricco, sincero e stimolante, che si inserisce perfettamente nella filosofia di Dialogalmente: dare valore alle persone prima ancora che ai ruoli.
Buona lettura!
Scrive Titti Dell'Erba nelle risposte alla sua intervista
Tre parole per descrivermi? Curiosa, autentica, determinata.
Le sfide affrontate lungo il mio percorso mi hanno condotta a un traguardo prestigioso: in Campidoglio ho ricevuto la nomina di Ambasciatrice del Bere Puglia DOC Italy.

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Iniziamo questo viaggio
D- Titti, partiamo da te. Chi è Titti Dell’Erba, raccontata in tre parole — e come sei arrivata a fare ciò che fai oggi?
Tre parole per descrivermi? Curiosa, autentica, determinata.Sono nata a Lecce e la cucina è stata il mio primo linguaggio d’amore: un modo per raccontareme stessa, la mia terra, le persone che amo. È proprio la cucina ad aver acceso la scintilla che mi ha portata a scoprire il mondo del vino. Dadieci anni lavoro professionalmente in questo settore, con l’obiettivo di valorizzare la culturaenologica italiana e, in particolare, quella pugliese. Per me il vino non è solo un prodotto: è identità, territorio, emozione.
D- Ogni percorso ha una scintilla. Qual è stato il momento o l’incontro che ha cambiato la direzione della tua carriera o deltuo modo di pensare?
La scintilla è stata la cucina. Preparare piatti, studiare abbinamenti, partecipare a eventigastronomici come giudice di gara, mi ha fatto comprendere che il vino è una storia a sé — ununiverso da esplorare. Lì ho deciso di approfondire, di formarmi come sommelier e di entrarenel mondo del vino con rispetto e curiosità. Quel passaggio dalla cucina al vino è stato naturale e, allo stesso tempo, rivoluzionario: hocapito che il vino è il racconto liquido della terra, da allora non ho mai smesso di volerlo raccontare.
D- Il tuo lavoro è fatto di passione, ma anche di sfide. Qual è quella che ti ha insegnato di più — e come l’hai superata?
La sfida più grande è stata trasformare la passione in una professione credibile e solida. Nel mondo del vino serve competenza, studio, esperienza sul campo, ho dovuto imparare aconiugare la sensibilità della comunicazione con la concretezza della tecnica. E non è stato sempre facile affermarsi in un settore competitivo prettamente maschile, ma lamia arma è stata la coerenza: restare fedele al mio stile, fatto di autenticità, eleganza eprofondo rispetto per il comparto vitivinicolo fatto prima di tutto da persone, luoghi, territori, storie. Ogni sfida mi ha insegnato che l’audacia e la disciplina sono le vere chiavi del successo.

Le sfide affrontate lungo il mio percorso mi hanno condotta a un traguardo prestigioso: in Campidoglio ho ricevuto la nomina di Ambasciatrice del Bere Puglia DOC Italy. Un riconoscimento riservato a quelle figure simbolo che, attraverso il proprio operato, contribuiscono alla crescita dell’immagine e della notorietà dell’Italia, attestando e valorizzando al tempo stesso le competenze professionali nel settore enogastronomico. Un sogno realizzato grazie a determinazione, volontà, studio e impegno.
Il ruolo di Ambasciatore Doc Italy nasce con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio italiano. Raccontare e sostenere lo “Stivale delle meraviglie” significa connettere tecnologia e storia locale, cultura produttiva e ambiente, infrastrutture e gusto del territorio; significa renderlo più manifesto, più conosciuto e più solido, considerandolo come un autentico deposito di valori. Gli Ambasciatori Doc Italy questo lo fanno in modo istintivo, operando ognuno nel proprio settore di eccellenza.
D- Se dovessi dare un consiglio a chi oggi vuole intraprendere un percorso simile al tuo, da dove diresti di partire?
Direi di partire dalla curiosità e dall’umiltà. Studiare, ascoltare, osservare. Non fermarsiall’apparenza ma cercare la sostanza: capire il territorio, i vitigni, le persone dietro ogni bottiglia. Parlare direttamente con i produttori, conoscere le loro storie, il passato e il presente di ognuno,esplorare luoghi e territori. Il vino è cultura e la cultura si costruisce con pazienza e dedizione. E poi, mai dimenticare la propria autenticità: è ciò che rende unico il modo in cui ciascunoracconta e vive questo mondo.

D- Chiudiamo con uno sguardo al futuro. Qual è il tuo prossimo obiettivo o sogno che non vedi l’ora di realizzare?
In realtà, il mio sogno nel cassetto, è già diventato realtà. Il mio progetto, pensato e creatocinque anni fa, si chiama Gran Premio, uno spumante Metodo Classico Pas Dosé, 36 mesi suilieviti, ottenuto da uve Fiano con un piccolo saldo di Aglianico vinificato in bianco. Fra poco siaggiungerà anche il 48 mesi.
È un progetto che unisce artigianato, eleganza e tradizione vinicola italiana, realizzato in co-branding con DeNiroBootCo, maestri artigiani e creativi nel mondo degli stivali da equitazione.
Il metodo classico si intreccia con lo spirito nobile dell’equitazione, raccontando una storia dieccellenza italiana fatta di stile, precisione e coraggio. Due anime che evocano lo stile del madein Italy di qualità. Gran Premio è un’esperienza sensoriale ed un oggetto da collezione: solo 800 bottiglie inedizione limitata, dedicate a chi sa cogliere l’attimo e celebrare la propria grandezza. È il mio modo di dire che i sogni, quando si coltivano con dedizione e passione, possonodiventare realtà tangibili — da stappare e condividere.
Un mio commento a caldo
“In questa intervista con Titti Dell’Erba ho scoperto quanto il coraggio di ascoltarsi possa davvero cambiare il modo in cui viviamo e lavoriamo ogni giorno.”
Ringrazio di cuore Titti per la generosità con cui ha condiviso la sua esperienza e la sua prospettiva. La sua storia ci ricorda quanto sia importante fermarsi, ascoltarsi e ritrovare la direzione, anche – e soprattutto – nei momenti di cambiamento.
Il suo invito a coltivare il coraggio, la presenza e la cura per ciò che siamo è un messaggio che credo possa essere utile a chiunque si trovi oggi in un percorso di trasformazione professionale o personale. Se Dialogalmente nasce per creare connessioni che arricchiscono, questa conversazione ne è un esempio perfetto.
Testo di Alessandro Bagnato per Blogalmente www.blogalmente.blog Scopri gli altri articoli della sezione "DialogAlMente"
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